► 29 Dicembre 2021
Carlo Santini
V-Sell: il Virtuale rimarra’ ancora Reale e non per poco.

per chi non avesse tempo…

Il Metaverso sta riempendo pagine di informazione. Ma è realmente maturo per un’interazione col mondo reale?
Per ora, di VR si può parlare solo nel gioco e in qualche altro campo residuo, soprattutto finanziario.
Se i dispositivi a cui Meta e Apple stanno lavorando verranno a capo di molti limiti tecnici, vedremo qualcosa di concreto a fine del 2022.
Per ora, la maniera più Reale per integrare VR ad un negozio virtuale rimane quella di usare piattaforme già esistenti ed estenderle; i risultati sono molto interessanti.

Questi sono e rimarranno sempre gli anni del COVID19, gli anni della pandemia, dei vaccini, dei lockdown, dei crolli di borsa repentini e dei rimbalzi altrettanto rapidi.

E, forse, del Virtuale.

Sì, perché questo starsene chiusi dentro casa al riparo dal Mondo di fuori sta diventando la miccia per scatenare metamondi che da decine di anni (Matrix lo abbiamo visto al cinema nel 2000 o giù di lì) o anche di più (presente Jules Verne?), ci frullano nel cervello. L’origine di questo spasmo verso il meta-qualcosa-che-ancora-non-so è stato, fino ad ora, la voglia di divertirsi. Se non fosse così gli Oculus Quest 2 venduti non sarebbero stati solo meno di un milione, intercettando il 90% del mercato, almeno fino ad ora. E, soprattutto, non avrebbero avuto tutti i seri problemi hardware che Facebook ha contenuto a stento.

Il gioco: e poi?

Ma a prescindere da giochi & affini, il Virtuale ha limiti tecnici ancora troppo ampi. Innanzitutto, quello umano. Girare con degli occhiali virtualizzanti, non è un’esperienza così semplice da sopportare. Se un paio di Oculus possono funzionare per qualche ora di gioco (e molto dipende dalle condizioni di chi li indossa), rimane il fatto che lo stress fisico ed emotivo che ne deriva non è di poco momento. E anche se altri tipi di dispositivi virtualizzanti light come quelli promessi da Apple oppure la versione sempre light dei Quest, sembrano avvicinarsi a passo di carica, i limiti del nostro sistema visivo sempre quelli rimangono. Almeno fino a quando non ci verrà installato nel cervello  uno switch, Matrix-ready, che ci consenta di passare da un metamondo ad un altro. Insomma, non è roba di oggi e nemmeno di domani: e il dopodomani è tutto da vedere.

Allora, cosa succede domani?

Roblox e Sandbox, ad esempio, succederanno e anzi succedono. E decine di altre integrazioni tra giochi a pagamento e strumenti finanziari, fatti di blockchain, pixel e NFT, che ci faranno credere di vivere in un mondo virtuale che di virtuale ha un po’ pochino. Io li chiamerei estensioni dei Social attuale, piuttosto che strumenti di Realtà Virtuale.  Insomma, credo che si tratti, al momento di una grossa bolla collegata alla pandemia, più che un reale scatto verso quel Futuro. Soprattutto nel retail, che poi è la porta principale che il Virtuale deve sfondare, il Futuro è ancora in grembo a Giove.

E oggi?

Quello che succede oggi, è un po’ più semplice da prevedere. E non è altro che la maniera per portare Realtà dove ora non c’è: se ci pensate, il Virtuale, dovrebbe servire per prima cosa proprio a questo. È quello che ha già fatto Big G con le sue Google Maps, ma applicato al mercato attuale.

Esistono strumenti poco impegnativi da un punto di vista economico che già oggi possono permettere di visitare un museo, un parco, un’unità produttiva, di rendere disponibili informazioni, di vedere video in un contesto che è quello reale.

È quello che cerco di fare con il mio V-Sell: rendere un prodotto o un servizio facilmente identificabile (e quindi apprezzabile per il suo valore) inserendolo nel suo vero contesto. In questo, la VR è davvero, sì, solo un mezzo e non un fine. 

Rendere navigabile e percorribile un luogo, senza bisogno di strumenti che stressino i nostri sensi  è una soluzione economica e spendibile già ieri. Conoscere come nasce un prodotto esattamente nel luogo in cui viene realizzato, gli dà valore aggiunto, lo caratterizza, consente di caricare i significati visivi alla scelta finale.

Pensate: camminare sull’erba che mangiano mucche che producono un certo tipo di latte, vedere pascolare una jersey italiana, capire il modo con il quale un formaggio viene creato e anzi, azionare la macchina che lo produce, e infine acquistare quel prodotto nel negozio in cui è esposto; e tutto ciò senza mai uscire da una sola piattaforma. Questo sì, è VR a servizio del Reale. Come è VR al servizio della Realtà, partecipare ad un gioco a premi senza coupon o acquisti da fare, ma solo navigando in quel mondo, ritirando poi il premio in un negozio fisico. 

Bene, tutto questo è già possibile oggi, con investimenti risibili e integrandolo su qualsiasi piattaforma digitale e con elementi di Realtà aumentata: rapido, efficace, valutabile, produttivo. C’è proprio bisogno di stare ad aspettare il tempo che verrà?

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