Qualche mese fa ho scritto qui e in questo articolo su Linkedin come sia possibile utilizzare un virtual tour per creare un’applicazione-gioco. Lo scopo era quello di condurre il visitatore di un sito web a muoversi in un ambiente virtuale ma reale e, iniziando a conoscerlo, ad entrare in contatto con una realtà culturale, produttiva o commerciale.
Il vantaggio di questa soluzione è quello di utilizzare in pochi passi e rapidamente un media, multipiattaforma, che richieda una pre-produzione molto contenuta e risultati immediati.
Dato che i tempi di realizzazione sono molto compressi, si possono programmare molte micro-produzioni cadenzate e costruire una time-line su cui innestare tutto il resto della comunicazione di aziende di qualsiasi dimensione. Ovviamente, maggiore è l’importanza della comunicazione(e quindi dell’azienda), più accurata dovrà essere la programmazione e la produzione.
Questo vantaggio competitivo basato sul tempo (e quindi sul contenimento dei costi di produzione) non è interessante solo quando si realizzano giochi virtuali, ma soprattutto quando il virtual tour diventa la base per creare veri e propri e-commerce.
Tour virtuali ed e-commerce: è possibile?
Dipende. Tecnicamente non ci sono limiti, e anche da un punto di vista sostanziale, i vantaggi sono considerevoli. Sarebbe infatti molto produttivo far diventare e-commerce settoriali o addirittura generali, una serie di virtual tour. Quello che ancora non è chiaro a molti responsabili marketing è che questa forma di comunicazione, il tour virtuale, che nasce per far conoscere un panorama e quindi un luogo, è perfetta per introdurre elementi commerciali al suo interno ma ha bisogno di adeguata programmazione.
Immaginate degli scaffali di uno show-room di prodotti estetici, dove con un click su un prodotto, quel prodotto possa uscire dallo scaffale, saltare in primo piano, mentre una finestra appare con i dati tecnici, la disponibilità, il prezzo. E immaginate che tutti questi dati vengano catturati dal virtual tour pescando un file in Excel o un .csv oppure un .xml. Tutto ciò automaticamente.
Aggiornate una descrizione e si aggiorna il tour.
Quando faccio questi esempi, non sto parlando di opportunità per grandi realtà dell’e-commerce. Ammesso che queste grandi aziende volessero utilizzare queste funzionalità, lo potrebbero fare già ora senza problemi. Parlo, soprattutto, di realizzazioni in piccole e medie imprese culturali, produttive o commerciali che beneficerebbero di un sistema virtuale che permetterebbe loro di trarre valore da una location.
L’ho chiamato V-Sell.
Questo sistema, che ho chiamato V-Sell e di cui vedete una DEMO qui, può ma non deve sostituire totalmente un e-commerce. Pensate a chi abbia linee di prodotti alimentari e voglia accostarli al territorio. Ma pensate pure ad un’attrazione turistica oppure ad una struttura di ospitalità, un B&B, un ristorante, un albergo. E il prodotto può essere anche una crema, un balsamo, o perfino erbe aromatiche o fiori (lavanda essiccata, ad esempio) o addirittura oggetti come cappelli, cesti o altri manufatti. Con V-Sell si può creare un’attenzione sul prodotto che poi si finalizza su un e-commerce esistente.
Se realizzato in maniera professionale, un tour virtuale come V-Sell è poi perfetto come landing page.
In conclusione.
Da qualche anno, con l’evoluzione del linguaggio Html5, un tour virtuale è perfettamente integrabile sul web. L’effetto che si può ottenere è visivamente molto interessante ma anche particolarmente rapido da realizzare rispetto ad altri prodotti di comunicazione. Ed essendo multipiattaforma, annulla ogni altro vincolo che non sia quello di una piattaforma in Html5. Che poi è lo standard definito di tutti i browser (Chrome, Firefox, Safari, Opera, etc.) che usiamo ogni giorno su desktop, smartphone o tablet.
Al solito, se ne volete sapere di più, io sono a vostra disposizione.