Cameron e Tyler Winklevoss non sono nomi qualunque per chi si impiccia di Social. Sono stati, e saranno, i prossimi avversari del Metaverso di Mark Zuckerberg: anzi, a sentire loro, hanno già finto la sfida.
Per rinfrescare la memoria ai meno, i gemelli Winklevoss, sono stati gli ideatori di Facebook, un ruolo riconosciuto loro dalla Giustizia statunitense che nel 2008 condannò Zuckerberg ad un risarcimento da 65 milioni di dollari.
Quella sfida non si è conclusa nel 2008, perché da quel momento, i due sembrano essersela legata al dito – non diversamente da quanto farebbe la maggior parte di noi. La vicenda è nota e ultimamente Forbes.it l’ha ripercorsa in questo articolo.
Quello che volevo puntualizzare è che la sempre viva lotta tra i Winklevoss e Zuckerberg nasconde la solita e infinita contesa tra open source e walled gardens, tra sistemi aperti e sistemi chiusi, che sarà il vero punto di scontro dei prossimi sistemi informatici. Ma la vera battaglia dei prossimi anni si giocherà sulla capacità di utilizzare i comportamenti di acquisto senza che questa profilazione sia personalizzata; è probabile che l’open source continui ad avere un grande sviluppo in ambito di startup ed innovazione e venga completamente esclusa quando la profittabilità dei sistemi cominci ad avere una certa consistenza.
In questa ottica, i gemelli Winklevoss, che stanno cercando di costruire un metaverso completamente open, dovrebbero trovare una terza via: quella che permette di utilizzare una o più forme di blockchain per creare un metaverso che sia autonomo e inattaccabile; e ovviamente, molto profittevole.
L’atteggiamento etico che traspare nelle intenzioni dei Winklevoss difficilmente si sposa con la mancanza di profitto e con la beneficenza. E inoltre, battere Zuckerberg sembra diventata un fine ultimo, più che la conseguenza di una scelta tecnologica azzeccata.