► 16 Marzo 2022
Carlo Santini
Droni e responsabilita’ di committente e operatore: cosa cambia.

per chi non avesse tempo…

Far volare un drone, o meglio, un UAS, è attività piuttosto complessa dall'entrata in vigore della nuova normativa europea. Soprattutto per la responsabilità di committente e operatore.
Non ci sono solo le norme del Codice della Navigazione, ma pure quelle di Codice Civile e Penale a regolamentare il volo UAS.
Non solo bisogna essere assicurati, ma è obbligatorio anche sostenere un esame per niente agevole da superare.
Provo a farvi un quadro della situazione: ma le cose da sapere non sono poche.

Uso spesso i droni per lavoro, soprattutto quando devo inserire filmati in tour virtuali. Nel campo del pilotaggio remoto di droni, gli ultimi due anni hanno segnato dei veri e propri spartiacque tra la vecchia legislazione italiana e quella europea, sia da un punto di vista tecnico che civilistico, penale ed amministrativo. E la questione non riguarda solo l’operatore, ma spesso anche il committente.

Senza addentrami nello specifico delle normative, che oltre ad essere piuttosto complesse continuano ad essere integrate da addenda e specifiche, provo a delineare un quadro generale della questione, indicando solo dei punti. È importante sapere fino da ora che le nuove norme, non riguardano solo l’operatore, quindi chi pilota uno UAS (acronimo che sta per Unmanned Aircraft System: in realtà UAS descrive un ‘sistema di volo’ più che solamente il drone), ma anche coloro che acquistano un servizio (o anche solo una serie di video); quindi, ad esempio, il committente di un filmato da inserire in un sito web o da pubblicare su un altro media.

Chi volesse approfondire le principali tematiche a riguardo, parta subito qui, cioè dal sito dell’ENAC, cioè l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile. Come sapete l’ENAC è l’autorità unica di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell’aviazione civile in Italia nel rispetto dei poteri derivanti dal Codice della Navigazione. E a differenza di tante altre istituzioni di questo paese, non va molto per il sottile quando si parla di rispetto delle normative.

Chi può volare con un UAS?

Praticamente tutti. Quando ho iniziato a pilotare droni occorreva addirittura la stessa certificazione medica richiesta ai piloti di aerei; oggi non è più così. Bisogna però conseguire l’Attestato di pilota UAS, rilasciato attraverso un esame da fare on-line ed aver compiuto i 16 anni di età. Sotto i 16 anni si possono solo pilotare droni-giocattolo con norme ovviamente molto più restrittive.

Ci sono tre categorie di operazioni (Open, Specific e Certified) e varie categorie di droni: anche qui, la materia è piuttosto noiosa, date uno sguardo qui ad esempio, se ne volete saperne qualcosa di più. Dentro le categorie di operazioni, ci sono comunque varie sottocategorie, ed ognuna consente un certo tipo di operazioni.

Esame semplice? Proprio no.

L’esame on-line, va chiarito subito, non è per niente semplice. Innanzitutto è a tempo, quindi non pensate di cercare le soluzioni navigando per altri siti perché non ci riuscirete mai. Poi le domande sono poste in una maniera tale che se non si conosce perfettamente la materia non si riesce a rispondere. 

Un mio collega, fresco di esame, mi ha riferito un paio di domande del test e devo dire che mi sono trovato in difficoltà anche io: probabilmente, non sarei risultato idoneo con queste nuove modalità.

Assicurazione: sempre obbligatoria.

Se prima delle nuove norme, si poteva evitare di essere assicurati per i danni che un UAS poteva provocare a terzi, oggi questo non è più possibile. Oltre ai danni da rifondere ci sono multe che possono arrivare a 100.000 euro: il che sconsiglia fortemente anche di far alzare in volo un drone che non sia assicurato.

Assembramenti di persone: non si può volare mai.

 Altra questione non sempre molto chiara è se si può volare su persone non informate delle operazioni. La risposta è sempre no, qualsiasi sia la location dell’operazione. Fare una ripresa con un drone durante un matrimonio è sempre illecito; così come una ripresa ad uno stadio o su una spiaggia in cui ci siano persone. Sulle persone è possibile volare, ma per brevi momenti e solo se in possesso dell’Attestato Open A1. Sulle città, invece è possibile volare, ma servono specifiche autorizzazioni e sempre in possesso del relativo attestato. Nei Parchi invece è sempre vietato volare al meno che non siate autorizzati dall’Ente Parco preposto. E non parlo di aeroporti, dove il volo è sempre vietato a parte alcuni casi specifici. Per conoscere i luoghi dove il traffico degli UAS è interdetto esiste un portale che si chiama d-flight: cliccate qui per navigare nel sito.

E poi privacy, divieti di volo a certe altezze, etc. etc.

Credetemi: potrei stare a scrivere ore, e non mi sembra il caso. È importante però ribadire che se non siete a conoscenza anche di una sola di queste normative, civili, penali ed amministrative, vi conviene non provare neanche a far volare un quadricottero. 

E la questione non riguarda solo i piloti, E già. Una delle cose che non molti sanno è che quando affidate ad un operatore l’incarico di utilizzare un drone per fare delle riprese, il controllo della regolarità della posizione dell’operatore è pure vostra. Per essere sicuri che nessuno possa mai attribuirvi una parte in un ipotetico evento dannoso, dovete affidarvi ad operatori che siano in possesso delle certificazioni per il lavoro che dovete realizzare.

Se ad esempio commissiono una ripresa ad un operatore che so non essere in possesso del relativo attestato, potrei essere chiamato in causa per non essermi accertato della sua posizione.

Diverso è il caso di una agenzia a cui commissiono una serie di servizi: in questo caso è l’Agenzia che  si assume la responsabilità di quanto andrà a produrre: voi acquistate solo un prodotto finale e non siete diretti committenti dell’opera del pilota.

Altro caso del video che viola la privacy di soggetti terzi, visto che potreste essere chiamati a rispondere della violazione. Pensate ad un video in cui si vedono due persone riprese a svolgere attività lecite ma in spazi privati (un giardino ad esempio) ma per le quali non avete ottenuto l’autorizzazione alle riprese. In questo caso, la legge prevede la corresponsabilità anche di chi diffonde i filmati.

Per concludere.

Pilotare un UAS non è un’attività senza rischi, a dispetto della facilità con la quale possiamo entrare in un supermercato e comprare un drone. Come spesso capita in società complesse come la nostra, le normative da rispettare non sono da trascurare e sono così diffuse da richiedere l’intervento di un professionista: altrimenti è molto meglio non rischiare.

Se voleste approfondire uno de tanti aspetti di questo post, al solito, sono a vostra disposizione.

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