Aspettando il Metaverso (e da aspettare ci sarà ancora molto, più di quello che crediate) esistono già oggi sistemi molto più semplici e di effetto, per rendere accattivante e produttivo un tour virtuale: uno di questi è l’utilizzo di un video embedded in un virtual tour.
Se seguite il mio blog sapete già che in un tour virtuale può essere inserito qualsiasi elemento audio, bitmap, vettoriale, video o 3D. Tra questi elementi, quello meno ricorrente è il tipo di soluzione che trovate a questo link: https://carlosantinicomunicazione.it/teatroromano_1pano/
È un video ‘embedded’ che ho realizzato molto rapidamente in studio, a discapito della qualità audio, video e di quella ‘narrativa’ (su quella fotogenica dello speaker 😬 sollevo il più classico dei veli: ma d’altra parte, lo scopo della pano è solo didascalico).
Per gli amanti del genere, la versione sul teatro romano di Ascoli Piceno con qualche scatto in più e senza ripetizioni, imperfezioni e ciceroni improvvisati, la provate qui: https://carlosantinicomunicazione.it/teatroromano/
Le esigenze a cui questo video embedded da una soluzione, sono tante.
- Innanzitutto consente di avere le informazioni principali sul tour in maniera immediata: ad esempio, può raccontare quando il luogo ‘fisico’ è aperto al pubblico, o a chi chiedere subito informazioni senza cercarle nella struttura del tour o su un sito esterno;
- Può anche essere utilizzato per impostare la visita, in maniera da renderla più soddisfacente;
- Quando il tour è piuttosto complesso (come ad esempio, quando sia stato realizzato per scopi didattici o ludici) può spiegare le regole del programma o del gioco senza bisogno di leggerle.
- Può indicare dove trovare documenti, file o immagini che vogliamo siano immediatamente disponibili;
- Può indicare il funzionamento dei menù;
- Nel caso di video commerciali, puoi indirizzare il visitatore in un punto piuttosto che in un altro;
- Quando invece il tour deve esaltare un aspetto di uno stabilimento, di una struttura o di un edificio, può rapidamente portare verso quell’aspetto;
- Può illustrare il funzionamento di una macchina o condurre il visitatore in un percorso all’interno di un processo.
E qui mi fermo qui perché poi il resto dipende dalle esigenze di ogni produzione.
In tutti questi casi, la funzione descrittiva può essere svolta da un oggetto in 3D oppure da un testimonial ‘non fisico’, come un disegno animato o una mascotte.
Per il resto, vale l’importante regola che differenzia un tour virtuale da un video: se ben congegnato, il video ‘maschera’ e spesso ‘amplifica’ determinati aspetti di un ambiente o di una struttura e ne ‘penalizza’ altri. Chiama in causa l’emozione, l’immaginazione, spesso serve a ‘nascondere’ più che ‘mostrare’.
Un tour virtuale (reale), a parte qualche caso particolare (come il mio V-Sell), è basato sulla qualità di quello che si vuole mostrare, su quello che si è davvero e quindi su meccanismi di interesse più ragionati. E questo perché visitare un tour virtuale (ma reale) fa trascorrere più tempo sulle singole immagini e analizzarne più approfonditamente gli aspetti.
Proprio per questo, dietro un virtual tour deve esserci il valore reale dell’iniziativa commerciale, produttiva, culturale o istituzionale che vi viene rappresentata. Se ben programmato e realizzato, un tour virtuale esprime le molte forme di una realtà più che ogni altra forma di comunicazione.